9 Dicembre 2021

L’ostruzione esofagea o “choke” è una condizione patologica frequente in medicina equina che richiede un intervento urgente. Differentemente che in medicina umana, dove il ”choke” (strozzarsi, soffocare) si riferisce ad un ostruzione tracheale, il “choke” in medicina equina è dovuto all’ostruzione dell’esofago, organo tubolare fibromuscolare che trasporta il cibo dalla bocca allo stomaco. Il sintomo più comune riscontrato da colui che gestisce il cavallo è la presenza di materiale alimentare che fuoriesce dalle narici, altri sintomi che si possono osservare sono: l’aumento della salivazione, conati di vomito, inappetenza, atteggiamenti simil colici o tosse. L’ostruzione esofagea può avere gravi conseguenze e per questo è importante far visitare il cavallo da un veterinario il più presto possibile.

La causa di ostruzione più comune è dovuta all’ingestione da parte del cavallo del mangime troppo velocemente e non accuratamente masticato. Il cibo non ben ammorbidito dalla saliva diventa un bolo compatto che si blocca nell’esofago. Il “choke” può verificarsi anche a causa dell’ingestione di fieno o paglia, dolcetti duri, carote o materiale non alimentari. 

Problemi anatomici come difetti della tavola dentaria o alterazioni della normale struttura dell’esofago possono essere delle cause predisponenti al verificarsi di un “choke”.

Mentre si aspetta l’arrivo del veterinario è importante evitare che il cavallo possa alimentarsi o bere, distraendolo passeggiandolo a mano o mettendo una museruola. Evitando di somministrare trattamenti per bocca. 

ATTENZIONE! Infine è una vecchia diceria che l’ostruzione esofagea si possa risolvere mettendo un tubo da giardino in bocca al cavallo! Anzi questa manovra può aumentare il rischio di gravi conseguenze, soprattutto di polmoniti ad ingestione.

Il vostro veterinario al suo arrivo sottoporrà il cavallo ad una esame fisico generale. Molti cavalli con ostruzione sono sensibili alla palpazione dell’esofago ma raramente si può vedere il gonfiore corrispondente al punto di ostruzione lungo il decorso dell’esofago sul lato sinistro del collo anche perché se il cavallo ha continuato a mangiare avrà una distensione di tutto l esofago.

I casi più gravi sono abbastanza facili da diagnosticare sia per il proprietario che per il veterinario, mentre alcuni casi con modesti sintomi posso essere confusi con infezioni delle prime vie respiratorie oppure dolori colici.

Esistono due scuole di pensiero su come risolvere un “choke”. L’approccio più comune è quello che prevede che il veterinario dopo aver sedato il cavallo passi la sonda naso gastrica in modo da rimuovere lentamente l’ostruzione lavando l’esofago con acqua tiepida. È importante fare questo con calma e delicatezza in modo da evitare lesioni o rottura dell’esofago anche se questo necessita anche di ore di lavoro. Il secondo metodo per risolvere l’ostruzione si basa sulla teoria che molti casi di “choke” possano risolversi da soli. Così il veterinario somministrerà solo ripetute dosi di sedativi e miorilassanti per la muscolatura dell’esofago e fluidi endovenosi per mantenere il cavallo idratato aspettando che l’ostruzione si risolva.

A volte può succedere che il veterinario non sia in grado di risolvere l’ostruzione in scuderia, passando la sonda naso esofagea, in questi casi sarà necessario portare il cavallo presso una clinica per eseguire esami più approfonditi come un’endoscopia. Il veterinario con l’aiuto dell’endoscopio (una piccola telecamera) entrando nell’esofago video-guidato potrà visualizzare l’ostruzione e identificare quale sia il materiale che la causa, cosa molto importante quando è dovuta a oggetti solidi come corpi estranei o pezzi di carote che non possono essere rimossi con il solo lavaggio con acqua. L’esame endoscopico permette inoltre di visualizzare eventuali anormalità anatomiche dell’esofago come ad esempio diverticoli oppure lesioni stenotiche.

Nei giorni successivi, alla manovra, il cavallo va tenuto sotto stretto monitoraggio, poiché la complicazione più frequente è una polmonite da aspirazione dovuta al materiale alimentare che inalato scende dalla tranche al polmone causando un’infezione batterica secondaria. Molti veterinari per questo motivo prescrivono una terapia antibiotica preventiva ai cavalli che hanno avuto un ostruzione esofagea. E’ molto importante monitorare per più giorni dopo la risoluzione del “choke” la temperatura, mattina e sera, poiché la febbre può essere uno dei primi sintomi di polmonite insieme a tosse, scolo nasale ed aumento della frequenza e sforzo respiratorio. Il vostro veterinario può anche decidere di prescrivere del sucralfato, farmaco per la terapia delle ulcere esofagee ed anche degli antinfiammatori non steroidi come il flunixinmeglumine. È necessario misurare la temperatura prima della somministrazione poiché questi farmaci possono mascherare l eventuale presenza di febbre.

A seconda della gravità del caso sarebbe comunque meglio che il cavallo potesse non ingerire per qualche giorno cibi non sicuri come mangime secco o fieno, meglio offrire pastoni liquidi con mangimi completi che possono essere utilizzati anche per più tempo in quei cavalli che soffrono di ostruzioni ricorrenti. Per quei cavalli che hanno l’abitudine di mangiare molto velocemente può essere utile mettere dei grossi sassi lisci nelle mangiatoie insieme al mangime modo da rallentare l’apprensione del cibo.

Infine la causa più comune del “choke” è una scarsa condizione della tavola dentaria che non consente al cavallo una corretta masticazione, è bene quindi controllare sempre lo stato della dentizione.

È bene ricordare che l’ostruzione esofagea nel cavallo è una patologia frequente con possibili gravi conseguenze che necessita una visita urgente da parte del vostro veterinario non appena compaio i primi sintomi.

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